Stop-Play-Stop

Stop – Play – Stop
video
b/n
2’05”
2011

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Nell’universo infinito delle forme, Manuel De Marco ne ha elette alcune a motivo iconografico privilegiato della sua Arte. Tra queste, vi è sicuramente il corpo umano. Tuttavia, il giovane artista lo utilizza raramente nella sua completezza fisica a dimostrazione di una sorta di “immaturità morale” dell’uomo che si riflette anche esteriormente. I “mali” del mondo moderno, la corruzione, il conformismo e il naufragio dei valori, per De Marco si evidenziano proprio in queste figure incomplete o a metà. Nel suo percorso artistico, infatti, appaiono sovente, sia sottoforma di installazioni e sia che si tratti di video. Banditi o ridotti al minimo indispensabile i colori nelle opere tridimensionali, anche nei filmati De Marco opta per il bianco e nero dando origine così ad un linguaggio asciutto ed essenziale che giunge al dunque senza distrarre lo spettatore con fantasmagorie cromatiche. In uno dei suoi ultimi video dal titolo “STOP – PLAY – STOP”, De Marco sceglie volutamente una statua del periodo antico, simbolo per eccellenza di una visione artistica e filosofica che considerava la bellezza esteriore il riflesso di un equilibrio interiore. De Marco però non ce la presenta sotto questa veste e colloca la statua in un’atmosfera di abbandono, di declino fisico, quasi spogliata delle istanze e dei valori che un tempo veicolava. La statua non rappresenta più il passato ma assume in sé le problematiche del mondo moderno ed entra quindi di diritto nel filone delle figure a metà di cui si parlava all’inizio. Con lucida intuizione, il giovane artista capovolge completamente il significato consolidato di un’immagine e ce la mostra sotto una luce nuova.
Ma tra i compiti degli artisti c’è anche quello di aiutare i propri contemporanei ad andare oltre, a non fermarsi all’apparenza fenomenica delle cose e a guardare il mondo con occhi sempre nuovi.

Cristina D’Angelo